A PROPOSITO DEI "DIECIMILA DEL FANUZZI"

Lo Stadio di Brindisi, dalla sua realizzazione ad oggi, ha cambiato più volte aspetto ed anche nome. Del progetto originario dell’Ingegnere Ugo D’Alonzo è rimasto ben poco se non il muro perimetrale (anzi: parte di esso) con il bell’ingresso monumentale e l’orientamento

Non è questa una “storia” del nostro campo: tutti sappiamo che venne realizzato durante il Ventennio fascista, inaugurato nell’ottobre del 1929 alla Vigilia dell’Anniversario della Marcia su Roma, che era dotato di pista di atletica, che venne rifatto praticamente ex novo in due circostanze (nel ‘72, dove venne portato al massimo della sua capienza ovvero 18 mila spettatori e nel 1988 dove lo stadio assunse la fisionomia e la capienza attuale ovvero poco più di settemila posti a sedere.

Ecco, l’articolo nasce proprio sulla questione-capienza alla quale è necessariamente legato il discorso relativo alle presenze allo stadio.

Abbiamo detto che durante gli anni del Commendatore – che hanno il loro culmine ed apice nelle stagioni in Serie B (e nella Serie A sfiorata anche se per pochissimo)- lo stadio assunse una conformazione che i più grandi di noi ben ricordano. E in questa sede non la rievochiamo : del resto è ben viva nella nostra memoria l’immagine di quello stadio quasi interamente in ferro e legno.

La capienza era di 18 mila spettatori: noi sappiamo che negli anni è cambiato il criterio con il quale veniva “misurata” e quindi indicata la capienza di un impianto: per fare un esempio si pensi al campo del vicino comune di Lecce che all’atto della sua ristrutturazione (estate 1985) venne subito etichettato come “45 mila spettatori”. Oggi la capienza dichiarata è attorno ai trentamila. Questo è solo un esempio che ci serve per ricordare che: A) Se 18mila era la capienza “ufficiale” ad oggi resta un interrogativo difficile dire quante persone potevano stare al campo. Si, vero, tutti ricordano le due partite di Coppa (con Inter e Milan) dove si favoleggia di oltre ventimila persone presenti. Si, lo stadio era pieno, nessuno lo nega, ma per quantificare avremmo bisogno di un dato oggettivo ossia IL NUMERO DEI PAGANTI.

Ora, nessuno si offenda se ritorniamo sulla questione ma va detto: per misteriose ragioni a Brindisi le varie Società e dirigenze che si sono succedute han avuto sempre riluttanza (eufemismo) a dichiarare alla stampa – come avviene nella stragrande maggioranza dei casi- il numero di spettatori paganti. Nell’80% dei casi viene reso pubblico pure l’incasso e la “quota abbonati”.

A Brindisi – e ciascuno può verificarlo guardando non solo i tabellini di oggi ma pure sui giornali di 30-40 anni fa: il dato sugli spettatori lo scrivono (un po’ “a muzzo” in verità) coloro che redigono l’articolo- pare davvero impossibile conoscere il numero degli spettatori paganti. Chissà perché.

Questa piacevole ed un po’ lunghetta dissertazione diventa introduttiva e didascalica per la foto che abbiamo scelto: è uno scatto di meno di un anno fa ed è una partita che ricordiamo tutti (parentesi: ovviamente anche di quella gara noi non disponiamo del dato relativo agli spettatori paganti. Chiusa parentesi).

Anche qui, come per le Brindisi-Inter e le Brindisi-Milan degli anni Settanta, che lo stadio fosse pieno è pacifico. Ed è parimenti certo che vi fosse pure un bel numero di “portoghesi” presenti sugli spalti (massimamente in Tribuna ma non solo) ma di questo argomento non ne parleremo mai o comunque non adesso.

Ora, amici cari, “colleghi”, non vogliamo infierire sul vostro “dare i numeri” che, per citare un paio di altre partite, si è scatenato nel caso di Brindisi-Vittoria e Brindisi-Pro Patria. E che, appunto, ha avuto la sua “apoteosi” nel dare il dato sui presenti alla gara immortalata nello scatto che correda queste note.

Ricordiamo solo un dato: in Br-Vittoria e Br-Pro Patria la capienza era di circa seimila spettatori (SEIMILA). Capienza che cresce di mille unità con la realizzazione della curva “nord” che, DA SEMPRE, è riservata alla tifoseria ospite.

Ecco, noi ci siamo stancati di scrivere e figuriamoci voi come siete stremati dopo aver letto. Però che questa “fatica” abbia un frutto, un effetto positivo: non si parli più dei “diecimila del Fanuzzi”. Ve lo dico da brindisino purosangue: a Lecce ci ridono dietro quando sentono dare questi numeri. Ed hanno ragione. Siamo una piazza calda, appassionata ma non esageriamo. Ad oggi al campo siamo –RISPETTO AD ALTRE PIAZZE cui è improponibile pure un confronto- poche migliaia di persone. O sennò dimostratemi il contrario, grazie. 

cosimo de matteis