Spiace. Sinceramente dispiace che, in queste ore, molti ragazzi giovani od anche giovanissimi stiano realmente SOFFRENDO per il futuro del Brindisi, così pieno di incognite. Spiace, spiace con tutto il cuore.
E tuttavia l'interrogativo che dovrebbe interpellarci tutti è questo: può una persona - giovane o meno giovane- "dipendere" esclusivamente dalle sorti di una squadra di pallone?
Naturalmente la questione esula dalla realtà brindisina ed ha proporzioni spaventosamente nazionali ed addirittura internazionali. Ed allora è evidente che qualcosa non va se l'unica ragione di vita (che quindi genera felicità o infelicità) è una squadra di calcio: vale per il Brindisi, vale per il Catanzaro, vale per l'Atletico Leonzio.
Ecco: il vuoto esistenziale che si percepisce (che purtroppo spesso esplode in cieca violenza) ci preoccupa. Non può non preoccuparci. Né si può sbrigativamente dare la colpa a calciatori, tecnici o dirigenti: se una persona vive in funzione di una squadra di calcio e non riesce a pensare ad altro c'è davvero qualcosa che non va.
Fermo restando le altre responsabilità - istituzioni, stampa, genitori e gli stessi calciatori/dirigenti - c'è purtroppo qualcosa che non va. Interroghiamoci ma non fermiamoci a questo: ciascuno nel proprio àmbito e con le rispettive responsabilità operi perchè le cose ritornino alla normalità. Almeno un poco.