A cinquant'anni della morte del Commendatore

 

Nella notte tra il 7 e l’8 maggio 1974 moriva a Roma il Commendatore Franco Fanuzzi, tarantino ma brindisino di adozione: il suo nome è certamente legato ai suo anni come Presidente della Brindisi Sport, il sodalizio calcistico che egli rilevo dalla Serie D e portò in poco tempo in Serie D.
 
Fanuzzi, tuttavia, è ricordalo in città anche per la sua attività di costruttore dove operò in sinergia con l’Amministrazione Comunale.
 
In occasione del 50° Anniversario della morte di Fanuzzi pubblichiamo un ricordo di lui:


 


Domenica 5 maggio 1974, Stadio “Rigamonti” di Brescia, campionato di Serie B. Si affrontano per la tredicesima giornata del girone di ritorno le due squadre che hanno la comune caratteristica di indossare la maglia con una grande V sul petto. Brescia e Brindisi si affrontano a viso aperto, non hanno grossi problemi di classifica: il Brindisi vive di rendita per l’ottimo girone d’andata ed i tanti punti messi già in cascina ed i lombardi, che la stagione precedente avevano rischiato la retrocessione in Serie C, avevano disputato un campionato tranquillo.

 

 

Il Brindisi, con in panchina mister Egizio Rubino, gioca bene ma viene sconfitto grazie ad un rigore decretato dall’arbitro Michelotti di Parma il noto fischietto emiliano fresco di nomina ad arbitro internazionale. Finisce uno a zero per il Brescia di mister Pinardi (subentrato a Renato Gei a metà stagione). Il Presidente del Brindisi Franco Fanuzzi è comunque contento della prestazione: si congratula coi suoi ragazzi nonostante la sconfitta. La comitiva biancazzurra raggiunge Linate (all’epoca non c’era la Malpensa) per far ritorno in puglia.

In aereo i giocatori scherzano col Presidente, sempre gioviale anche se talvolta sornione o anche burbero. Il volo, prima di giungere all’aeroporto del casale, fa scalo a Roma e lì il Commendator Fanuzzi scende (impegni di lavoro lo costringono a soggiornare nella Capitale). Sarà l’ultima volta che vede i suoi calciatori: la notte tra il 7 e l’8 maggio è stroncato da un infarto. Fanuzzi muore ad appena 52 anni.

 

 

La mattina del mercoledì la notizia si diffonde rapidamente in città e si stenta a crederci. In Via de Carpentieri, in uno dei numerosi palazzi costruiti dallo stesso Fanuzzi, dove vi era il quartier generale della Brindisi Sport e dove abitavano diversi calciatori, la tremenda notizia era giunta nel cuore della notte: si udì il figlio Mimmo (allora giovanissimo) gridare il suo comprensibile dolore, i giocatori affranti e sconvolti. Era morto il Commendatore.

 

Il nostro ricordo vuole fermarsi qui: inutile aggiungere altro. Anche la pagina dei solenni funerali che videro una Cattedrale gremita e gran concorso di popolo la lasciamo alla memoria di chi c’era. Pure le foto –che qualcuno ha pubblicato nel suo profilo facebook- ci pare inopportuno riportarle qui: pur essendo Fanuzzi un personaggio pubblico e pur essendo oramai passati cinquant’anni rispettiamo la morte di una persona e dei suoi familiari.

 

 

Diciamo solo che la Domenica successiva, 12 maggio, l’atmosfera al “Comunale” di via Benedetto Brin era davvero irreale. Per la cronaca il Brindisi vinse due a uno contro l’Atalanta. Il campionato finì mestamente, senza sussulti. Anche la sconfitta a Reggio Calabria nell’ultima giornata, oramai in pieno giugno, fu indolore. Anzi, i reggini nonostante quel successo, se ne tornarono in Serie C. Iniziava una lunga estate, preludio di una nuova stagione in Serie B col figlio Mimmo al timone del Brindisi.

 

Ecco: proprio a lui dedichiamo queste righe sperando di aver scritto il minor numero di esattezze. Se ve ne sono chiedo scusa ma non potevo far passare il Cinquantesimo Anniversario della morte di Franco Fanuzzi senza ricordarlo nel modo che meglio ho potuto.

 

cosimo de matteis