Il nostro recente post (chiamarlo articolo ci pare eccessivo) ha avuto una certa attenzione. E
naturalmente ci fa piacere.
In verità sia i siti
che gli spazi sui social network (in particolare la Pagina facebook) hanno un
discreto numero di visualizzazioni.
Un numero in crescita,
lenta ma costante.
Così come crescono le
persone che non solo leggono ma mettono anche il loro "mi piace" alla
Pagina: GRAZIE A TUTTI!
Nel merito del suddetto
post/articolo ci ha positivamente colpito il fatto che il primo commento è
venuto da un esponente di spicco della tifoseria anche se forse è riduttivo
definire Sergio Pizzi "solo" un grande tifoso, amante del Brindisi (e di Brindisi).
Pizzi è fra i convinti
fondatori della "PerBrindisi"
che fu una assoluta novità, almeno nella nostra realtà cittadina.
La PerBrindisi è stata
a pieno titolo dentro la Brindisi FC fino a pochi mesi fa: deteneva una quota
minoritaria ma era una presenza significativa oltre che, come detto, un fatto
innovativo nel panorama calcistico brindisino.
Dei semplici tifosi che
hanno una presenza reale nella Società ( essendo titolari di azioni/quote
societarie): più corretto usare il verbo al passato. La PerBrindisi, infatti,
aveva una presenza, oggi non più.
Ed è stato rilevato che
la cessazione di tale presenza è passata in secondo piano: in pieno stato di
ebbrezza ( che ha pericolosamente contagiato tutti: dai tifosi ai dirigenti
passando per i giornalisti: tutti ebbri, "ubriachi" per la gioia
della promozione.
Nello
"stordimento" che è insito nella ubriacatura si perde un poco il
contatto con la realtà.
Non e' bello ubriacarsi
ma può succedere. Il guaio è che l'ebbrezza e' durata a lungo, molto a lungo!
Si diceva che la
cessione delle quote societarie della PerBrindisi e la sostanziale uscita dal
Brindisi FC passò inosservata. Ed anzi la stampa salutò con soddisfazione il
fatto che la famiglia Arigliano detenesse il 100%.
I fautori della storica
promozione avevano il comando completo: bene così, dicevano.
Si e' giunto a parlare
della opportunità di dedicargli un monumento. Ed inoltre quante volte si è
celebrato il fatto che il Brindisi mancasse da 33 anni dalla Terza Serie
nazionale. La qual cosa è vera, ma si dimentica che è stato un fatto puramente
casuale determinato dalla eliminazione della C/2 o Seconda Divisione.
Nei fatti il Brindisi
aveva già vinto in questi anni il Campionato di Serie D: con Salucci e coi
fratelli Barretta. Ed era approdata in Seconda Divisione, disputando pure
discreti campionati sul piano strettamente calcistico e statistico.
Quindi la "storica
conquista dopo trentatré lunghissimi anni" e', nei fatti, frutto di un
episodio contingente ( la riforma dei campionati).
Ci sia consentito di
insistere su quest' aspetto in quanto si è giunti a dire apertis verbis che la
famiglia Arigliano è riuscita " là dove altri avevano fallito". E lo
si è detto con una certa enfasi.
Come detto: la vittoria
del Campionato di Serie D ( ché di questo si è trattato) era accaduta altre
volte, ed abbiamo già menzionato gli artefici.
Ecco, ridimensionata la
portata di quanto accaduto nella Stagione 2022-2023 ( possibile solo grazie al
suicidio calcistico della Cavese, ed anche questo è stato detto ma non
abbastanza), torniamo all' oggi: lungi dai monumenti da fare e finita ( chissà
perché) la fase dei salamelecchi verso la Dirigenza da parte della stampa
eccoci di fronte alla dura realtà che è di un fallimento calcistico di
proporzioni notevoli, una retrocessione e dei deferimenti e penalizzazioni
sancite dalla Procura Federale della Figc.
Inutile dire le ragioni
di tali Provvedimenti giacché sono ben noti a tutti i tifosi brindisini.
In tale contesto c'è
persino chi spera che la situazione sia sanabile, che qualche misterioso
benefattore si faccia carico di tutto e salvi la presenza in Serie D 24-25 (
campionato che il Brindisi probabilmente affronterebbe con ulteriori penalità).
Noi saluteremmo costui
e davvero ci faremmo promotori della edificazione di un monumento in suo onore
se davvero tutto questo accadesse!